LDL e malattie cardiovascolari

Nello studio 2018_LDL-C does not cause cardiovascular disease, a comprehensive review of the current literature gli autori partono da 3 revisioni scientifiche pubblicate tra il 2016 e il 2017 che seguono la teoria comunemente diffusa secondo la quale alti livelli di colesterolo totale o di low density lipoprotein cholesterol (LDL-C) siano la causa principale di aterosclerosi e malattie cardiovascolari e che il trattamento con statine sia utile per la prevenzione cardiovascolare. Tra le critiche a questa teoria (oltre a quella sulla differenza tra rischio relativo e rischio assoluto) interessante è quella riguardo i criteri di inclusione ed esclusione degli studi scientifici considerati.

Fonte: Fig. 2 2018_LDL-C does not cause cardiovascular disease, a comprehensive review of the current literature

La riduzione del rischio assoluto di mortalità per tutte le cause è debolmente associato con il grado di riduzione di LDL-C se si considerano gli studi inclusi (y=0,28x+0,06) e inversamente associato se si considerano gli studi esclusi (y=-0,49x-0,81).
In una revisione precedente 2015_Statins stimulate atherosclerosis and heart failure: pharmacological mechanisms viene considerata la patofisiologia dell’aterosclerosi.

Fonte: Fig. 3 2015_Statins stimulate atherosclerosis and heart failure, pharmacological mechanisms

Ogni danno tissutale, sia di origine patogena sia non infettivo, può indurre infiammazione (finalizzata alla riparazione del danno) che porta a diverse disfunzioni inclusa l’aterosclerosi. Secondo questa analisi il danno alla parete delle arterie è già presente ben prima della formazione delle placche di colesterolo. Inoltre, nel caso di delle statine la generazione di ATP è compromessa dalla loro inibizione della sintesi di coenzima Q10 e del complesso Eme A, cofattori fondamentali per la funzione mitocondriale di produzione di energia. Anche la produzione di selenoproteine viene inibita, inclusa la glutatione perossidasi, così come viene ridotta la produzione di altri enzimi anti perossidativi causando un aumento dello stress ossidativo che è alla base di processi quali aterogenesi, carcinogenesi e invecchiamento. Infine, le statine inibiscono la formazione a partire dalla K1 (presente in vegetali e olii vegetali) della vitamina K2, importante cofattore per l’attivazione della proteina Gla della matrice che a sua volta lega il calcio proteggendo i vasi sanguigni dalla calcificazione.
Nella recente revisione sistematica 2023_Assessing the Link Between Statins and Insulin Intolerance, A Systematic Review viene evidenziata l’associazione tra l’uso di statine e l’aumento di insulino resistenza e in 2022_Statin therapy is not warranted for a person with high LDL-cholesterol on a low-carbohydrate diet si osserva l’efficacia della dieta a bassi carboidrati nel migliorare i fattori di rischio per le malattie cardiovascolari come l’iperglicemia, l’ipertensione e la dislipidemia aterogenica, indicando che la terapia con statine, sia per la prevenzione primaria che secondaria delle malattie cardiovascolari, non è giustificata per i soggetti che seguono una dieta a bassi carboidrati che hanno elevato colesterolo LDL e che hanno raggiunto un basso rapporto trigliceridi/HDL.


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